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Le Misure di Mitigazione del Rischio nell’uso delle Esche Rodenticide

Le misure di Mitigazione del Rischio nell’uso delle esche rodenticide

Introduzione alla Presentazione “Le misure di Mitigazione del Rischio nell’uso delle esche rodenticide” visionabile all’indirizzo https://shop.romanidisinfestazioni.com

La necessità di approfondire questo argomento nasce dal fatto che le restrizioni nell’uso delle esche rodenticide hanno favorito un ripensamento da parte delle Aziende di Derattizzazione sulle metodiche operative da attuare per il monitoraggio e controllo dei roditori.

Prima di queste limitazioni le Derattizzazione veniva effettuata con esche rodenticide utilizzate in maniera permanente e questa tecnica aveva anche l’obiettivo di effettuare allo stesso tempo il monitoraggio con un notevole incidenza dell’efficienza del servizio sia dal punto di vista pratico che funzionale; nonostante questo la limitazione dei prodotti chimici, specie quegli Persistenti, Accumulabili e che possono ingenerare Resistenze nelle specie target impongono una revisione di queste pratiche.

Per questo motivo a livello Europeo e non solo sono attivi Tavoli di Studio sia degli Enti Governativi che delle Associazioni di Settore per studiare e mettere a punto tecniche e prodotti alternativi.

In questa limitazione dell’uso delle esche e che oggi viene indicata nelle etichette dei prodotti rodenticidi a base di p.a. anticoagulanti si unisce anche quanto prevede la recente nota della COMMISSIONE EUROPEA:
“COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE relativa all’attuazione dei sistemi di gestione per la sicurezza alimentare riguardanti le corrette prassi igieniche e le procedure basate sui principi del sistema HACCP, compresa l’agevolazione/la flessibilità in materia di attuazione in determinate imprese alimentari”
(2022/C 355/01

in particolare vogliamo sottolineare cio’ che viene previsto al punto f) vi

” 3.3. Lotta contro gli animali infestanti: enfasi sulle attività di prevenzione
a) I muri esterni dovrebbero essere privi di crepe o fessure, le zone circostanti curate e prive di detriti che potrebbero
fornire un rifugio agli animali infestanti e le aree per la pulizia accessibili. L’accesso di animali domestici o selvatici deve
essere vietato/impedito.
b) Le finestre andrebbero provviste di zanzariere. Se utilizzati per la lotta contro gli insetti, i dispositivi elettronici devono
essere impiegati secondo le loro specifiche.
c) Le porte andrebbero tenute chiuse, tranne durante le operazioni di carico e/o di scarico. Le fessure tra porte e pavimenti
dovrebbero essere sigillate per impedire l’accesso agli animali infestanti.
d) Le attrezzature e i locali inutilizzati dovrebbero essere tenuti puliti.
e) La presenza di eventuali pozze di acqua interne andrebbe eliminata quanto prima. È necessario prevenire o evitare
l’accumulo o il ristagno dell’acqua.
f) Dovrebbe essere disponibile un programma di lotta contro gli animali infestanti:
i. andrebbe valutata l’opportunità di disporre un numero adeguato di esche e di trappole e di posizionarle anche in
modo strategico (all’interno/all’esterno);
ii. il programma dovrebbe comprendere roditori e animali infestanti che strisciano, camminano o volano;
iii. gli animali infestanti e gli insetti morti andrebbero rimossi frequentemente per garantire che non vi sia alcuna
possibilità di contatto con gli alimenti;
iv. qualora si tratti di problema ricorrente ne andrebbe accertata la causa;
v. le sostanze chimiche utilizzate per controllare gli organismi nocivi devono essere autorizzate dal regolamento
relativo ai biocidi (3
). I pesticidi andrebbero immagazzinati in condizioni di sicurezza e utilizzati in modo tale che
non vi sia possibilità di contatto, tra l’altro, con alimenti, materiale da imballaggio e attrezzature. Le trappole
contro le mosche (comprese quelle elettriche) non dovrebbero essere posizionate direttamente sopra le zone in cui
sono trasformati o depositati gli alimenti;
vi. le sostanze chimiche (ad esempio i biocidi utilizzati per la lotta ai roditori) non devono essere utilizzate per
monitorare l’insorgenza di infestazioni, ma solo per le attività di lotta contro gli animali infestanti.
vii. ESEMPIO DI FLESSIBILITÀ: sarebbe preferibile ricorrere alla disinfestazione professionale, ma nella maggior parte
dei casi essa non è obbligatoria, a condizione che il personale possa dimostrare la propria competenza. Le piccole
imprese, in particolare, possono applicare tale flessibilità. “

Quale prima azione per mitigare l’uso delle esche rodenticide l’Azienda Alimentare deve attivare tutte le procedure di Pest Proofing (Prevenzione strutturale), operazioni non piu’ rimandabili mentre la Ditta che si occupa del Servizio di Derattizzazione si attiverà per integrare con le tecniche di monitoraggio e controllo dei roditori alternative alle esche rodenticide a base di anticoagulanti.

Fig.1 Fessura non sigillata
Fig.2 Fessura sotto portone

Nella Presentazione che abbiamo messo a punto su questo argomento parleremo delle varie tecniche adottabili, vedendo i punti di forza e i punti di debolezza di ognuna di queste.

Partendo dalle caratteristiche delle esche virtuali, sia alimentari che sintetiche passeremo poi in rassegna i sistemi di trappolaggio, sia dei dispositivi a cattura singola (a scatto) che multipla (Esempio Trappola Ekomille)

Fig.4 Trappola a scatto
Fig.5 Trappola Ekomille

In conclusione affronteremo l’aspetto del Riesame della Valutazione del Rischio nel programma di Derattizzazione utilizzando una Matrice che partendo dalla Probabilità Infestativa e la Gravità dell’area o delle aree interessate ci aiuterà nella definizione del ricalcolo del Rischio in funzione delle Tecniche che andremo ad integrare.

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Indice di Rischio di una Infestazione

pannello collante elettroinsetticida

In una intervista ad uno dei fondatori del Motore di Ricerca piu’ famoso al mondo  alla domanda se il progetto Google fosse perfettibile disse che il loro obiettivo era quello di prevedere cosa desidera trovare un utente alla prima lettera che questi scrive nella barra di ricerca.

Questo significa che questi potenti strumenti che oggi tutti noi utilizziamo sanno molte piu’ cose di noi di quanto possiamo immaginare, ma ci dice anche che l’analisi delle previsioni è la chiave che puo’ decretare  il successo o il fallimento di un progetto.

google
Figura 1 Esempio di come alla prima lettera scritta Google suggerisce alcune parole chiave proposte in base alle ultime ricerche effettuate dall’utente
rischio infestazione

Anche noi disinfestatori quotidianamente eseguiamo questi calcoli previsionali anche se un tempo questo avveniva spesso in maniera inconsapevole.

Oggi abbiamo molti strumenti a disposizione,a partire dai monitoraggi, occorre pero’ fare una analisi integrata e organica dei dati rilevati, pena l’insuccesso ed una lettura incoerente.

Figura 2  Le fasi della Gestione del Rischio

Senza l’aiuto dei computer non avremmo quegli strumenti matematici e di analisi statistica che ci possono aiutare tantissimo nell’attribuzione di una classe di rischio il piu’ obiettiva possibile associata ad un evento infestativo.

Anche se abbiamo a che fare con specie biologiche e non con numeri e quindi esisterà sempre un “fattore K” imprevedibile questi programmi ci aiutano nell’elaborazione di piani di monitoraggio piu’ mirati e di azioni preventive e correttive che tendano a contenere al massimo i fenomeni infestativi.

Vediamo quali sono i parametri che è nostro interesse monitorare per misurare questo Indice di Rischio di un Infestante.

1° PARAMETRO: LA PROBABILITA’ (P) o FREQUENZA DI CATTURE E CONSUMI DI ESCA

frequenza_consumi
Figura 3 Cerchiati in rosso i dispositivi ove è stato evidenziao il consumo di esca e l’indicazione delle frequenze.

La frequenza di un evento, come per esempio il consumo di esca rodenticida nella seconda cintura di erogatori, fornisce preziose informazioni su quali aree siano a maggior rischio intrusivo e ci aiuta nell’ adottare quelle misure di mitigazione del rischio che hanno lo scopo di impedire la penetrazione dei roditori nella prima cintura e quindi approssimarsi all’edificio.

La frequenza è un parametro fondamentale collegato strettamente alla probabilità che un evento si verifichi.In altre parole possiamo affermare che se un evento accade con una certa frequenza (documentata e registrata) c’è un’alta (P) probabilità che questo evento si possa verificare di nuovo.

Sotto vediamo una tabella con i dati delle catture di lepidotteri in una Industria.Con un semplice foglio di calcolo possiamo evidenziare subito i superamenti dei limiti critici e le postazioni ove maggiori sono le catture e le frequenze del superamento delle soglie.

tabella
Figura 4 Una tabella con i consumi durante i monitoraggi e l’evidenza di sforamenti del Limite Critico

Alla probabilità puo’ essere assegnato un valore cosi’ ripartito:

  • 1 (uno) nel caso di probabilità bassa
  • 1 (uno) nel caso di probabilità media
  • 2 (due) per una probabilità alta
  • 3 (tre) per una probabilità altissima

Se una postazione registra molte catture o consumi ripetuti la probabilità che questo evento si verifichi di nuovo sarà molto piu’ alta rispetto ad altre postazioni dove questi eventi non si verificano.

2° PARAMETRO: LA GRAVITA’ (G)

La gravità dell’evento è strettamente legata all’area interessata dal fenomeno.

E’ pacifico che in genere la gravità aumenta mano a mano  che ci avviciniamo alle aree produttive interne, anche se vi sono molte variazioni da caso a caso, dovute per esempio alla tipologia di struttura produttiva (poichè a volte vi è una soluzione di continuità tra le diverse aree) oppure a seconda del tipo di monitoraggio: in certi casi deve essere esclusa l’area esterna, vedi l’esempio sottoriportato relativo ad un servizio di monitoraggio degli insetti volanti che non viene eseguito nelle aree esterne.

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Figura 5 La divisione in aree con Rischio diversificato a seconda della fase produttiva

Possiamo fare un elenco indicativo sui diversi gradi di Gravità associati all’area dell’Industria Alimentare:

  • Lieve 1  (uno) Prima e Seconda cintura esterna
  • Media 2 (due) Aree di Ingresso,Locali Tecnici
  • Alta 3 (tre) Magazzino Materie Prime
  • Altissima 4 (quattro) Aree di produzione,semilavorati,magazzino Prodotto Finito

Al consumo di esca che si verifica nella seconda cintura assegneremo un valore piu’ basso rispetto al consumo di esca (anche placebo) di un erogatore posto in un magazzino materie prime o in un controsoffitto.

Calcolo dell’Indice di Rischio (R)

R stà a indicare l’Indice di Rischio  è’ il prodotto della Probabilità (P) per la Gravita’ (G) e quindi è un numero che puo’ essere classificato e a cui assegnare una determinata classe di Rischio.

Indice di Rischio (R) = Probabilità (P) x Gravità (G)

Se utilizzassimo i valori sopra riportati a seconda dei vari rapporti che possiamo eseguire tra Probabilità e Gravita’ potremmo avere un risultato variabile tra 0 e 12 e che potremmo classificare in questo modo:

  • Indice di Rischio da 0 a 2= Lieve.(definire le Azioni Ordinarie)
  • Indice di Rischio da 3 a 6= Medio (definire le Azioni Preventive)
  • Indice di Rischio da 7 a 9= Alto (definire le Azioni Preventive e Correttive)
  • Indice di Rischio da 10 a 10= Altissimo (definire le Azioni Correttive Improcrastinabili)

Esempio 1

Abbiamo rilevato il consumo di esca in una postazione posta in un locale tecnico e assegniamo a questo evento:

  • Probabilità 2 x Gravità 2 = Indice di Rischio 4 Medio

In base a questo indice potranno essere assegnate tutte quelle azioni preventive e correttive mano a mano che il valore del rischio andrà ad aumentare.

In questo caso potremmo prevedere delle azioni come la verifica dell’assenza di nidificazioni, la verifica dell’ermeticità del locale, oppure variare il numero di erogatori o trappole e potenziare la quantità di’esca rodenticida nell’area esterna alla cabina stessa.

Esempio 2

Catture di Lepidotteri vicino al Limite Critico  in una trappola in produzione e assegniamo a questo evento:

  • Probabilità 3 x Gravità 3 = Indice di Rischio 9

In questo caso invece siamo vicini alle azioni improcrastinabili, ossia devono essere adottate subito delle azioni che devono contenere il fenomeno: nel caso dei lepidotteri una di queste azioni puo’ essere la pulizia del macchinario vicino alla trappola o interventi di disinfestazione mirati.

L’indice di Rischio è inoltre collegato al Limite Critico ed è possibile metterlo in relazione a questo attraverso la definizione di ulteriori gradi intermedi come per esempio le Soglie di Tolleranza, e le Soglie di Attenzione , sempre con le dovute valutazioni del caso perchè negli Alimenti e nelle Bevande non sono ammesse contaminazioni da infestanti per cui occorre definire bene queste soglie per tipologie di infestante ed area interessata.

Tramite software dedicati  è inoltre possibile attivare un sistema di Alert automatici che evidenzino in tempi brevi se non reali eventuali sforamenti per adottare quelle misure necessarie a eliminare ogni possibile rischio infestativo.

Leggi anche il nostro precedente articolo dedicato alla Supervisione dell’Ufficio Qualità dell’Azienda Alimentare sul Servizio di Pest Control che presenta aspetti e approfondimenti collegati a questo post.

Rosi Norman

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